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Metà genio e MetaMaus

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Non è ancora stato pubblicato in Italia, ma già se ne parla un po’ ovunque, dai blog specializzati ai magazine generalisti. Merito della capillarità della rete, senza dubbio, ma, anche e soprattutto, del vero e proprio culto che si è formato attorno ad Art Spiegelman – poliedrico artista e scrittore, più che semplice fumettista – e alla sua opera prima, la leggendaria graphic novel Maus – la prima a vincere un Premio Pulitzer, nel 1992 –, di cui questo nuovo volume offre un’approfonditissima analisi, incredibilmente ricca di immagini e bozzetti che testimoniano del lavoro certosino, febbrile, ossessivo, che ha tenuto impegnato Spiegelman per quasi vent’anni, dal 1972 al 1991.

MetaMaus: A Look Inside a Modern Classic – questo il titolo del nuovo lavoro –, che si sviluppa attraverso tre lunghi dialoghi tra l’autore e Hillary Chute, professoressa d’inglese all’Università di Chicago, non da nulla per scontato e risponde praticamente a tutti i quesiti che siano mai venuti in mente a chi abbia letto quella seminale graphic novel. Sciogliendo i tre grandi nodi gordiani – Perché l’Olocausto? Perché trattarlo a fumetti? Perché rappresentare gli ebrei come topi? – sorge una serie infinita di ulteriori questioni tecniche, rappresentative, storiografiche e, soprattutto, personali, perché Maus prende sì in oggetto la Shoah, ma attraverso la vicenda di Valdek Spiegelman, padre di Art, che ha raccontato al figlio tutto ciò che si ricordava – perché mai avrebbe potuto dimenticarselo – della sua vita in Polonia, prima e durante l’occupazione nazista e, successivamente, delle tragiche esperienze fatte ad Auschwitz.

Questa nuova fatica offre ai lettori una contestualizzazione a tal punto completa che altrimenti avrebbe necessitato di svariate carriere di illustri critici per essere realizzata. Il libro riproduce tutto: dalle lettere di rifiuto ricevute dagli editori, alle interviste con la moglie e i due figli di Spiegelman; i dettagli della protesta dei polacchi, che in Maus appaiono ritratti come maiali; e, forse più interessanti di tutto il resto, i bozzetti che testimoniano di quanto l’autore abbia faticato a trovare il giusto stile per il suo libro e di come abbia sempre cercato di stabilire la veridicità di ciò che lo compone.

MetaMaus è un volume essenziale per chi abbia divorato Maus ed è a tal punto esaustivo che vien da domandarsi cosa l’autore possa aggiungere in occasione della lezione a immagini che si terrà giovedì 19 gennaio al Circolo dei Lettori di Torino – anche se il testo completato nel ’91 non è la sua unica pubblicazione, come si può ben vedere qui, ma quando uno crea un capolavoro, questo, ingiustamente, finisce per cancellare il resto della sua produzione –. Avendo a che fare con un genio, ho come la sensazione che non avrà difficoltà a stupire chi già lo conosce bene e attrarre a sé nuove schiere di devoti lettori.

Titolo: MetaMaus: A Look Inside a Modern Classic
Autore: Art Spiegelman
Editore: Pantheon
Dati: 2011, 300pp., 22,95 €


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